L’apprendimento aperto è un movimento innovativo nell’educazione che è emerso negli anni ’70 e si è evoluto in campi di pratica e studio. Il termine si riferisce generalmente alle attività che migliorano le opportunità di apprendimento all’interno dei sistemi di istruzione formale o ampliano le opportunità di apprendimento oltre i sistemi di istruzione formale. L’apprendimento aperto comprende ma non è limitato a: metodi di insegnamento in aula, approcci all’apprendimento interattivo, formati nell’istruzione e nella formazione sul lavoro, le culture e le ecologie delle comunità di apprendimento, e lo sviluppo e l’uso di risorse educative aperte. Sebbene non esista una definizione condivisa e completa dell’apprendimento aperto, l’attenzione centrale viene comunemente posta sui “bisogni dello studente percepiti dallo studente”. I casi studio illustrano l’open learning come innovazione sia all’interno che attraverso le discipline accademiche, le professioni, i settori sociali e i confini nazionali, e negli affari e nell’industria, istituti di istruzione superiore, iniziative collaborative tra istituzioni e istruzione per giovani studenti.
L’apprendimento aperto come metodo di insegnamento è basato sul lavoro di Célestin Freinet in Francia e Maria Montessori in Italia, tra gli altri. L’apprendimento aperto dovrebbe consentire agli alunni l’autodeterminazione, l’apprendimento indipendente e guidato dall’interesse. Un esempio di rilievo è l’approccio dell’esperienza linguistica all’insegnamento dell’alfabetizzazione iniziale (cfr Brügelmann / Brinkmann 2011). Lavori più recenti sull’apprendimento aperto sono stati condotti dai pedagoghi tedeschi Hans Brügelmann (1975; 1999), Falko Peschel (2002), Jörg Ramseger (1977) e Wulf Wallrabenstein (1991). L’approccio dovrebbe affrontare fino a tre sfide (vedi più in dettaglio Brügelmann / Brinkmann 2008, cap. 1):