Cultura e social cognizione è la relazione tra cultura umana e capacità cognitive umane. L’evoluzione cognitiva culturale propone che le capacità cognitive uniche degli umani non siano unicamente dovute all’eredità biologica, ma in realtà sono dovute in gran parte alla trasmissione e all’evoluzione culturale (Tomasello, 1999). Gli umani moderni e le grandi scimmie sono separati evolutivamente da circa sei milioni di anni. I sostenitori dell’evoluzione culturale sostengono che questo non sarebbe stato abbastanza tempo per gli umani per sviluppare le capacità cognitive avanzate necessarie per creare strumenti, linguaggio e costruire società attraverso l’evoluzione biologica. L’evoluzione biologica non avrebbe potuto produrre individualmente ciascuna di queste capacità cognitive entro quel periodo di tempo. Invece, gli umani devono aver evoluto la capacità di apprendere attraverso la trasmissione culturale (Tomasello, 1999). Ciò fornisce una spiegazione più plausibile che si adatterebbe entro i tempi previsti. Invece di dover rendere conto biologicamente di ogni meccanismo cognitivo che distingue l’uomo moderno dai precedenti parenti, si dovrebbe solo tenere conto di un significativo adattamento biologico per l’apprendimento culturale. Secondo questa visione, la capacità di apprendere attraverso la trasmissione culturale è ciò che distingue gli umani dagli altri primati (Tomasello, 1999). L’apprendimento culturale consente agli umani di basarsi sulle conoscenze esistenti e di realizzare progressi collettivi, noti anche come “effetto ratchet”. L’effetto ratchet si riferisce semplicemente al modo in cui gli esseri umani aggiungono continuamente alle conoscenze esistenti attraverso modifiche e miglioramenti. Questa abilità unica distingue gli umani dai primati correlati, che non sembrano costruire conoscenza collaborativa nel tempo. Invece, i primati sembrano costruire una conoscenza individuale, in cui l’esperienza di un animale non è costruita dagli altri e non progredisce nel tempo.
L’apprendimento culturale umano implica:
I primati mostrano caratteristiche distinte di cognizione sociale rispetto ai mammiferi. I mammiferi sono in grado di identificare i membri della loro specie, comprendere le parentele di base e le gerarchie sociali di base, fare previsioni sul comportamento degli altri in base all’emozione e al movimento e impegnarsi nell’apprendimento sociale (Tomasello, 1999). I primati, tuttavia, mostrano una comprensione più ampia di questi concetti. I primati non solo comprendono la parentela e le gerarchie sociali, ma comprendono anche le categorie relazionali. Cioè, i primati sono in grado di comprendere le relazioni sociali che vanno oltre la loro interazione individuale con gli altri. I mammiferi sono in grado di formare relazioni dirette basate su gerarchie sociali, ma i primati hanno una comprensione delle gerarchie sociali e delle relazioni che si estendono oltre loro personalmente. I ricercatori ritengono che questa comprensione delle categorie relazionali possa essere stata il precursore evolutivo della comprensione più profonda degli umani dei desideri, delle credenze e degli obiettivi sottostanti alle relazioni causali, consentendo in tal modo all’uomo di relazionarsi e comprendere gli altri, lasciando spazio all’evoluzione culturale (Tomasello, 1999). Anche se ora si ritiene che i primati non umani come gli scimpanzé abbiano una limitata comprensione degli altri come esseri intenzionali, è chiaro che questa comprensione non è profonda come la comprensione umana degli altri come agenti intenzionali. Gli scimpanzé, ad esempio, hanno dimostrato la capacità di pensare a ciò che vedono gli altri e di prevedere un comportamento basato su queste credenze in diversi studi condotti da Tomasello e Hare (2003). Ad esempio, gli scimpanzé subordinati in un esperimento hanno evitato il cibo che sapevano che lo scimpanzé dominante poteva vedere, ma hanno cercato cibo che lo scimpanzé dominante non poteva vedere a causa di una barriera fisica. In un altro esperimento, gli scimpanzé subordinati hanno preso decisioni sull’avvicinarsi al cibo in base al fatto che lo scimpanzé dominante avesse visto il ricercatore umano posizionare il cibo dietro la barriera. Gli scimpanzé hanno anche reagito in modo diverso agli umani che non erano disposti a non fornire cibo (stuzzicare lo scimpanzé con il cibo, o fingere di avere un incidente con esso), mostrando quindi una certa capacità di discriminare l’intenzionalità. I cani hanno anche mostrato alcune abilità interessanti ma limitate nella cognizione sociale in una serie di studi di Hare e Tomasello (2005). I cani hanno la capacità di leggere i segnali sociali umani, anche in misura maggiore rispetto agli scimpanzé. I cani sono in grado di rispondere al puntamento umano, allo sguardo umano e ai sottili cenni umani senza addestramento. I ricercatori ora credono che queste abilità siano il risultato dell’evoluzione convergente tra uomo e cane attraverso l’addomesticamento. La ricerca con le volpi addomesticate ha dimostrato che il meccanismo probabile per questa evoluzione convergente era la selezione del comportamento addomesticato nei cani. Questa scoperta suggerisce che forse gli esseri umani hanno dovuto evolvere la propensione a cooperare prima che l’evoluzione culturale fosse in grado di realizzarsi (Hare e Tomasello, 2005).
La sociogenesi si riferisce all’inventiva collaborativa. È il processo attraverso il quale due o più umani si raccolgono